venerdì 18 febbraio 2011

VERSO IL ROMA EURO PRIDE 2011

IL NOSTRO CONTRIBUTO ALLA PIATTAFORMA DELL'EUROPRIDE

Per sottoscrivere il documento mailto orgogliosamente@gmail.com

"Orgogliosamente” intende essere uno spazio aperto di dibattito e analisi politica, "laboratorio" dove diverse e molteplici realtà si possono confrontare, crescere insieme e porre nell'agenda politica iniziative e campagne di informazione\sensibilizzazione\resistenza\esistenza rispetto la tematica lgbtiq.
Dopo diversi momenti di discussione, elaborazione, assemblee nazionali, questo è parte del contributo che vogliamo dare nella discussione politica verso l'europride.

NE' NORMALIZZATE\I, NE' ASOCIALI, SOLO ECCENTRICHE\I E FAVOLOSE!
Nella società che viviamo si è sempre più consolidato un processo di normalizzazione che legittima la creazione di etichette, comportamenti utilizzati come forme di controllo, che pongono una dura differenziazione fra ciò che è considerabile normale e non. Questo controllo per troppi anni si è consumato su i nostri corpi, portando alla medicalizzazione di essi, creando un vero e proprio impedimento fisico e mentale della libertà di scelta del proprio genere, orientamento e pratiche sessuali.
Respingiamo con forza questa “categorizzazione”, e riconosciamo un autentico bisogno di soggettivazione, che legittimi le nostre identità a prescindere da quanto questo si discosta dalla norma vigente, in un discorso che non vuole “moltiplicare all'infinito” i diversissimi modi di essere, ma che miri a decostruire la dicotomia sessuale a favore di un continuum, di una variabilità di genere.
In questo processo non ci poniamo come una minoranza o come vittime, ma come soggetti attivi che lottano per l'autodeterminazione.

SIAMO SOGGETTI ATTIVI E RE-ATTIVI, NON VITTIME

I continui attacchi omo-lesbo-trans fobici, la colpevole e totale assenza di diritti, l’attuazione e la reiterazione di dinamiche securitarie, ha cristallizzato il nostro status di donne, lesbiche, gay, trans*, come vittime passive di uno stato sociale non modificabile.
Noi pensiamo e ribadiamo con forza che la nostra battaglia non deve essere solo di resistenza ma anche di costruzione attiva delle lotte che ci vedano come soggetti partecipativi e propostivi, e non più non come una “specie da proteggere”

SIAMO TUTT* ANTISESSIST*
Pur nelle specificità dei diversi percorsi esistenziali ed antropologici di tutte e tutti noi, appare evidente che siamo di fronte a comuni forme di oppressione e violenza riconducibili ad una comune matrice, e cioè la strutturazione etero-patriarcale e sessista della società.
Riteniamo sia indispensabile, nelle nostre pratiche e nelle nostre analisi porre al centro l'antisessismo, teso primariamente a scardinare un sistema di potere basato sull'eteronormatività, origine comune dell'oppressione, del dominio e del controllo sui nostri corpi. La piena assunzione di questo paradigma può permettere la costruzione di un altro mondo e un altro sistema di relazioni dove lesbiche, gay, trans* possano avere uno spazio al tempo stesso diverso e condiviso.

SIAMO ANTIRAZZIST* E ANTIFASCIST*

La pervasività del paradigma securitario è ormai visibile quotidianamente: la costruzione dello stereotipo dell'uomo immigrato violento e stupratore al fianco di un'immagine della donna immigrata vittima da salvare sono solo alcuni degli esempi in cui le politiche razziste vengono intrecciate strumentalmente ai discorsi sulla sessualità in un'ottica paternalista, dove l'occidentale, proietta un'identità vittimizzata, ritenendosi, invece, libero dalle relazioni di potere imposte dal sistema patriarcale.
In questo contesto in cui la conflittualità sociale viene ridotta a una questione di ordine publico, concetti fondamentali come democrazia, diritti umani, laicità vengono utilizzati per sostenere l'impianto della guerra al terrore, in una cornice omonazionalista e omoimperialista.
Ripartire dai concetti di liberazione e autodeterminazione, necessari a scardinare il nucleo razzista-sessista-patriarcale, è la strada per abbandonare il paradigma paternalista per il quale l'occidente libero può salvare le persone LGBTIQ immigrate, rimettendo così in discussione pratiche e analisi.
Affermarsi e riconoscersi antirazzist* significa prendere chiare posizioni contro le politiche oppressive e securitarie di questo paese, che da una parte portano ad una vera e propria “guerra fra minoranze” , e dall'altra strumentalizzano i nostri corpi a favore di pacchetti sicurezza e C.I.E..
E' importante fare un'analisi critica riguardo all'apertura a destra dello scenario lgbtig. La nostra storia di liberazione nasce dagli anni '70 e porta con se l'autorganizzazione, l'autodeterminazione, la collettività, la condivisione e l'orizzontalità, percorsi di lotta chiaramente di sinistra! Il nostro è un processo di liberazione, una battaglia per i diritti che si instaura in un confronto costante, e dobbiamo essere in grado di non farcelo sottrarre. Questo significa avere la capacità di leggere lo spostamento di senso che sta' avvenendo, lo svuotamento di termini e parole che la politica degli ultimi decenni sta facendo.
Dobbiamo restituire e restituirci la capacità eversiva delle nostre soggettività, che devono essere in primo luogo antifasciste, antisessiste e antirazziste.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

La gravissima crisi che sta investendo l’Europa e l’intero sistema economico mondiale sembra essere strettamente legata, in maniera similare ad altri precedenti storici (ad esempio la crisi del ’29 e l’ascesa al potere del nazismo), alla crescita delle destre xenofobe e razziste. A partire dagli Stati Uniti degli anni ’80, la crisi è usata come spauracchio per abbattere la spesa pubblica, segnando così il trionfo dell’ideologia neoliberista per cui il welfare è un costo che va tagliato e pubblico ed è sinonimo di spreco. A pagare maggiormente l’abbattimento dello stato sociale sono ovviamente i soggetti più deboli, in primis migranti, donne e soggetti LGBTI e, più in generale, tutti coloro i quali sono colpiti dalla redistribuzione ineguale dei profitti che la crisi porta con sé.
Lavoro e Welfare sono, quindi, due argomenti strettamente interconnessi. In Italia, a partire dalla Costituzione, il sistema di welfare è completamente improntato si un’ottica familista, per cui bisogna garantire tutele, servizi, assistenza e diritti soltanto alla famiglia di stampo eterosessuale. La totale mancanza di un welfare individuale che garantisce diritti e servizi alla persona in quanto tale, unita ad una disoccupazione sempre crescente, produce, da un lato, la difficoltà ad uscire di casa perché si è incapaci di provvedere a se stessi ed al proprio sostentamento, dall’altro, la tendenza a riproporre lo stesso modello familiare che genera oppressione, un modello eterosessista, ed etero patriarcale.
Chiedere welfare individuale significa tutelare il singolo e ciò che esso decide di costruire (nuclei d’affetto svincolati dal familismo). proposta non in contrapposizione a chi una famiglia la vuole. Significa poter permettere l'espressione di tutte le esigenze e i desideri riguardanti i nuclei d'affetto, le relazioni, l'affettività, garantendo a ognun@ di costruire e vivere come e con chi vuole, nella forma che preferisce.
Non pensiamo che sarà l’Europa a salvarci dalla crisi, tantomeno le banche che sulle nostre vite e su i nostri corpi hanno sempre prodotto profitto. La crisi colpisce tutti i soggetti, e deve essere compito e obiettivo di tutti\e mettere in relazione le diverse soggettività, ognuna con le proprie oppressioni, in una lotta non corporativa, ma con una più ampia prospettiva di liberazione: creare il sentimento di un soggetto sociale, un movimento in grado di parlare delle libertà di tutt*. Per queste ragioni la nostra proposta deve essere offensiva e non di resistenza: puntare all'individuo e alla libera scelta. Dobbiamo rivendicare servizi sanitari pubblici, accessibili e gratuiti, e all’interno di essi, tutelare e promuovere spazi di discussione relativi al tema della salute della famiglia -non solo quella eterosessuale bianca e cattolica-, e dell’individuo.

DEPATOLOGIZZARE L'IDENTITA', LIBERARE I CORPI.

Condividiamo e sosteniamo la campagna europea “-stop 2012-” per la depatologizzazione e l’eliminazione del transessualismo dal DSM (e da tutti i manuali diagnostici) che etichetta e stigmatizza le persone trans* come malate mentali, condizionandone l'accesso agli interventi necessari per la riattribuzione chirurgica del sesso ed impedendone di fatto l'autodeterminazione e la libertà di espressione. Sosteniamo inoltre la richiesta di eliminazione delle diagnosi di Feticismo, Travestitismo e Sadomasochismo. Pensiamo che questi percorsi si iscrivano nell'ambito di tutte le lotte culturali e politiche che mirano a decostruire un sistema di norme che stigmatizza e che vuole regolare i nostri corpi e le nostre pratiche.
E' necessario dunque, un intervento legislativo al fine di ampliare e meglio garantire i diritti delle persone trans*; nello specifico: il diritto all'identità di genere nel rispetto del diritto all'autodeterminazione dell'individuo.
In sintesi, al legislatore si richiede:
a) Una legge che permetta la rettificazione anagrafica del sesso e del nome - in accordo con il genere e il nome scelto - sulla base di una dichiarazione giurata della persona trans* interessata senza dover ricorrere necessariamente e preventivamente ad interventi medico chirurgici demolitivi-ricostruttivi sugli organi sessuali primari e/o secondari; che non obblighi la persona trans* ad un monitoraggio medico e giudiziario, né alla presentazione di una certificazione o perizia di diagnosi di disturbo di identità di genere come condizione di procedibilità e accoglimento della domanda che deve poter essere proposta in carta libera e senza l'assistenza di un legale;
b) Una legge che garantisca nel programma di assistenza del Servizio Sanitario Nazionale i trattamenti ormonali, le operazioni di riassegnazione genitale e/o di collocazione di protesi e tutti gli altri interventi medici che le persone trans* possono eventualmente richiedere per la costruzione della loro identità senza che sia necessaria una diagnosi di disturbo di identità di genere.

BASTA CON LE INGERENZE RELIGIOSE

Tutte le religioni che impongono codici che condannano i comportamenti fuori dalla norma imposta da stato e religione, alimentano un clima di odio e razzismo.
Nel nostro paese l'ingerenza vaticana è forte e chiara nella sfera pubblica, nella sfera della sessualità, dell'istruzione, dello stato sociale e della politica in genere. Ciò costruisce da secoli un moralismo religioso e reazionario, contribuendo a rafforzare un modello di società chiusa, patriarcale, omofoba e razzista. L'esaltazione del modello familiare patriarcale, eteronormato, come unico modello giusto e lecito, i quotidiani attacchi all'autodeterminazione delle donne e di tutte le soggettività che si pongono fuori dal modello dominante, rende indispensabile un'analisi e un posizionamento chiaro e critico.


Queste sono alcune delle tematiche che bisognerebbe ricollocare al centro del dibattito politico poichè le riteniamo indispensabili per costruire la possibilità di leggere la società che ci circonda e costruire percorsi di cambiamento azione e liberazione delle nostre vite.


ADESIONI... per aderire mandare una mail a orgogliosamente@gmail.com


Antagonismogay -Bologna-
Circolo Pink -Verona-
CorpoLibero - Coord. LGBTIQ di Rifondazione comunista
Collettivo di femministe e lesbiche La Mela di Eva -Roma-
Collettivo TILGBQ "Sui Generis" -Roma-
Fuoricampo Lesbian Group -Bologna-
Leather Club -Roma-
Subwooferbears -Roma-
Universinversi -Trento-

Firme Personali
Adriana Cremonese
Enrichetta Ripa
Federica Pezzoli
Massimo Vario

1 commento:

  1. Ciao!
    Siamo l redazione di Uniroma tv. Visto il tema del tuo blog credo ti possa interessare il servizio da noi realizzato sull'Europride.

    Al seguente link il nostro servizio: http://www.uniroma.tv/?id=19002


    Ciao!

    A presto.

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