Appello internazionale per il RomaEuroPride 2011

Appello internazionale per il RomaEuroPride 2011 

Quest'anno a Roma dal'1 al 12 Giugno si svolgerà l'Europride.
Questo appello si rivolge a tutte le realtà europee e mediterranee, ai gruppi radicali queer, femministi, antirazzisti... per convincervi a rendere questo Europride un luogo e un momento di lotta radicale e di confronto aperto su alcune tematiche che attraversano il nostro movimento a livello globale. Vogliamo fare di questo Europride un'occasione di discussione transnazionale e di costruzione di relazioni internazionali: un luogo in cui possano vivere le istanze e le parole d'ordine di tutte quelle realtà radicali che rifiutano la politica delle lobby gay, lesbiche e trans.
Siamo ben consapevoli delle politiche fallimentari che negli ultimi anni hanno portato i Pride verso una depoliticizzazione e commercializzazione, allo stesso tempo pensiamo sia necessario appropriarci di questa manifestazione internazionale, per aprire spazi di rivendicazione, conflittualità e dibattito politico.

La situazione italiana e le sue contraddizioni .
L'Italia per quanto riguarda i diritti delle persone Lesbiche Gay Bisex Trans Intersex Queer è spesso descritta, dagli stessi italiani, come un paese molto “indietro” ed arretrato. Il governo e la classe politica al potere in Italia sono apertamente omofobi; l'ingerenza del Vaticano e l'indissolubile connubio e permeabilità tra politica della Chiesa Cattolica e politica dello Stato contribuiscono in Italia a bloccare l'ottenimento di diritti minimi (Pacs, adozione), incrementando e favorendo omofobia, transfobia e sessismo nella società.
Detto questo, quello che ci preoccupa è anche la risposta data da una fetta del movimento lgbtq (e femminista) al sessismo e all'omofobia del potere. Utilizzando una strategia usata anche in altri contesti e nota come omonazionalismo, pezzi del movimento lgbtq in Italia tendono a ricercare forme di inclusione nel discorso pubblico, nello spazio pubblico, nell'immaginario e nelle pratiche della nazione per altri fini che non sono le nostre lotte di liberazione. Tutta una serie di manovre e di rapporti di potere consentono al discorso egemone di strumentalizzare le nostre soggettività o comunque di inglobarle e in qualche modo depotenziarle. I dispositivi securitari post -11 Settembre volti a creare, ad esempio, nuovi confini all'interno dell'Europa fortezza (pacchetti legislativi, pratiche di gestione del territorio e delle soggettività) interpellano le soggettività lgbtq e cercano di utilizzarle in funzione razzista.

Contro l'omonazionalismo
I movimenti femministi, prima, e quelli lgbtq dopo, hanno da sempre riflettuto, attraverso un esercizio autoriflessivo sul loro ruolo funzionale al potere. Il femminismo africano-americano e quello postcoloniale hanno scoperchiato il vaso di Pandora delle connivenze tra una parte del femminismo bianco, il colonialismo e l'imperialismo. Dal canto loro, il movimento femminista e quello lesbico hanno criticato la retorica dei diritti umani svelandone l'impianto patriarcale assimilazionista e normativo. I movimenti lgbtq, da parte loro, specie nell'ambito delle mobilitazioni dei Social Forum, hanno preso in considerazione come il concetto di cittadinanza sessuale ridefinisce i contorni dell'impianto neolibersita che garantisce ai gay e alle lesbiche solo una cittadinanza economica. Recentemente tanto i movimenti femministi che queer hanno denunciato come concetti quali democrazia, diritti umani e laicità siano stati usati selettivamente da parte dell'Occidente per sostenere l'impianto della guerra al terrore. In questo scenario il razzismo e i discorsi sulla sessualità si intrecciano continuamente: nell'Europa della crisi economica strutturale e dell'impossibilità di redistribuire welfare e ricchezze si accentua sempre più la concorrenza tra vari soggetti sociali per poter avere accesso al sistema dei diritti. La messa in concorrenza tra antisessismo, antirazzismo e antiomofobia ne è un esempio concreto.

Necessità della conflittualità
Occorre riflettere su come riportare al centro delle nostre pratiche, egemonizzate dalla retorica dei diritti, i concetti di lotta, liberazione e autodeterminazione per evitare di adottare, inoltre, il paradigma paternalista secondo il quale esistano soggetti lgbtiq liberati che hanno il compito storico di liberare lesbiche, gay, trans, queer immigrati o di paesi non occidentali. Questo meccanismo paternalista è intrecciato con il razzismo e con l'assunzione e la proiezione di una identità vittimizzata: vittimizzazione altrui e auto vittimizzazione e presuppone che l'Occidente sia lo spazio della liberazione e “il resto del mondo” lo spazio della sottomissione e dell'oppressione.
Per questa ragione guardiamo con speranza alle rivoluzioni nel mondo arabo: le sosteniamo e siamo felici che abbiano smentito stereotipi razzisti e coloniali costruite dalle élite europee: quelle élite di potere che hanno immaginato l'Europa come la culla delle libertà e della liberazione e il Medioriente, il Nord Africa e i paesi arabi in generale come gli spazi della dittatura e della sottomissione passiva. Milioni di donne e uomini hanno contribuito attivamente a questi processi di sollevamento: tra loro c'erano anche gay, lesbiche e trans.
La lotta, la rivolta, la condanna dell'uso strumentale delle nostre vite a fini razzisti, la possibilità di immaginare e costruire attivamente un altro mondo possibile devono dunque essere al centro della nostra politica.

Per discutere di tutto questo vi invitiamo a Roma per partecipare a due momenti di discussione collettiva transnazionale
Fuori e dentro le democrazie sessuali- Roma 28-29 Maggio 2011
Convegno promosso da Facciamo Breccia in collaborazione con Orgogliosamente LGBTIQ
Presso Sala Pintor,
Via dello Scalo San Lorenzo, 67 - Roma
La partecipazione al convegno è gratuita

Il convegno intende dare voce alle politiche lesbiche, gay, trans, intersessuali, queer e femministe che si confrontano criticamente con il tentativo neoliberista di assimilare le istanze relative a genere e sessualità in chiave razzista e neocolonialista.

Link in italiano
http://www.facciamobreccia.org/content/view/510/102/
Link in inglese
http://www.facciamobreccia.org/content/view/516/136/
Link in spagnolo
http://www.facciamobreccia.org/content/view/524/143/


e ad una assemblea internazionale il 9 Giugno 2011 alle ore 18 per costruire la nostra presenza al pride dell'11 giugno

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Appel international RomaEuroPride 2011 

Cette année, l'Europride aura lieu à Rome, du 1er au 12 Juin.
Cet appel s'adresse à tous les groupes, organisations, associations, individuEs radicalEs queer, féministes, antiracistes européennes et méditerranéennes dans l'objectif de faire de cette Marche un moment de lutte radicale et de discussion sur des sujets qui traversent le mouvement lgbtiq au niveau international. Nous voulons faire de l'Europride une occasion de débats transnationaux et de construction de relations internationales, où les revendications et les mots d'ordre de tous les courants radicaux qui contestent la politique des lobbies lgbt institutionnels pourront converger.

Nous sommes bien conscients des politiques désastreuses qui ont contribué, au cours des dernières années, à dépolitiser les marches des fiertés, à les rendre commerciales, mais nous pensons qu'il est nécessaire de s'approprier cette manifestation internationale pour ouvrir des espaces de revendications, de conflits et de débats politiques.

La situation italienne et ses contradictions.
En ce qui concerne les droits des personnes Lesbiennes, Gay, Bisexuelles, Trans, Intersexes et Queer, l'Italie est souvent décrite par les Italiens eux-mêmes comme un pays « en retard ». Le gouvernement et la classe politique au pouvoir en Italie sont ouvertement homophobes ; l'ingérence du Vatican, les liens étroits et la perméabilité entre la politique de l'Eglise Catholique et la politique nationale contribuent à empecher l'obtention de droits minimaux (Pacs/mariage, adoption, loi contre l'homophobie et la transphobie), augmentant et favorisant ainsi l'homophobie, la transphobie et le sexisme dans la société.
Cela dit, ce qui nous préoccupe c'est aussi la réponse d'une frange du mouvement lgbtiq (et féministe) au sexisme et à l'homophobie du pouvoir. Utilisant une stratégie connue dans d'autres contextes sous le nom d'homonationalisme, une partie du mouvement lgbtiq en Italie tend à rechercher une inclusion dans le discours et l'espace public, l'imaginaire et les politiques nationales avec des objectifs autres que la lutte pour la libération. Tout une série de manoeuvres et de rapports de pouvoir permettent au discours hégémonique de nous instrumentaliser. Les dispositifs sécuritaires post-11septembre, en particulier les lois sur l'immigration s'adressent de plus en plus aux lgbt blancs et cherchent à les utiliser dans des dispositifs racistes.

Contre l'homonationalisme
Les mouvements féministes d'abord et les mouvements lgbtiq ensuite ont toujours critiqué leur propre rôle par rapport au pouvoir. Le féminisme africain-américain et le féminisme post-colonial ont ouvert la boîte de Pandore et révélé les connivences entre une partie du féminisme blanc, le colonialisme et l'impérialisme. De leur côté, les mouvement féministes et lesbiens ont critiqué la rhétorique des droits de l'homme en dévoilant son fonctionnement patriarcal, assimilationiste et normatif. Les mouvements lgbtiq, notamment lors des mobilisations des Forums Sociaux, ont élaboré le concept de citoyenneté sexuelle, et montré comment celui-ci redéfinit les contours du système néo-libéral qui n'accordait aux gays et aux lesbiennes qu'une citoyenneté économique. Récemment, les mouvements féministes comme les mouvements queer ont dénoncé la façon dont les concepts de démocratie, de droits de l'homme et de laïcité ont été utilisés sélectivement par l'Occident pour justifier la guerre au terrorisme.
Dans ce contexte, le racisme et les discours sur la sexualité s'imbriquent en permanence : dans une Europe en crise économique structurelle qui est dans l'impossibilité d'accorder des droits sociaux et de redistribuer les richesses à touTEs, la concurrence entre groupes sociaux se fait rude pour avoir accès aux droits, et luttes antisexistes, antiracistes et contre l'homophobie sont de plus en plus souvent opposées les unes aux autres.

Nécessité du conflit
Nous devons replacer au centre de nos pratiques, envahies par la rhétorique des droits, les concepts de lutte, de libération et d'autodétermination, et éviter d'adopter le paradigme paternaliste selon lequel il existerait des lgbtiq « libérés » qui auraient le devoir historique de libérer les lesbiennes, les gays ou les trans immigrés ou de pays non-occidentaux. Ce mécanisme paternaliste va de pair avec le racisme, par l'adoption et la projection d'une identité victimisée : victimisation des autres (lgbtiq non-occidentaux) et auto-victimisation, et en attribuant l'homophobie aux seuls hommes non blancs. Dans la même logique, l'Occident est supposé être l'espace de la libération et le « reste du monde » celui de la soumission et de l'oppression.
Pour cette raison, nous regardons avec espoir en direction des révolutions dans le monde arabe et nous sommes heureux-ses qu'elles aient démentis des stéréotypes racistes et coloniaux construits par les élites européennes. Des millions de femmes et d'hommes participent à ces processus de soulèvement : parmi elles et eux, il y avait aussi des gays, des lesbiennes, des trans.
La lutte, la révolte, le refus de l'instrumentalisation de nos vies à des fins racistes, la possibilité d'imaginer et de construire activement un autre monde possible doivent donc être au centre de notre politique.
C'est pour discuter de tout cela que nous vous invitons à Rome, à deux rencontres collectives transnationales :

« À l'extérieur et à l'intérieur des démocraties sexuelles »
Rome, 28 et 29 Mai 2011
Colloque organisé par Facciamo Breccia ('Ouvrons la brèche')
en collaboration avec Orgogliosamente LGBTIQ
Salle Pintor, Via dello Scalo San Lorenzo, 67 - Roma
La participation au colloque est gratuite

Ce colloque a pour objectif de rendre visibles les politiques lesbiennes gays trans intersexes et féministes qui abordent de façon critique la tentative néolibérale de s'approprier en termes racistes et néocolonialistes des revendications liées au genre et à la sexualité.
Lien en italien
http://www.facciamobreccia.org/content/view/510/102/
Lien en anglais
http://www.facciamobreccia.org/content/view/516/136/
Lien en espagnol
http://www.facciamobreccia.org/content/view/524/143/


… et à une Assemblée internationale le 9 juin 2011 à 18h
pour discuter et construire la marche du 11 juin.

Si vous avez besoin d'informations : orgogliosamentelgbit